mercoledì 9 gennaio 2008

OpenMoko


Oggi ho avuto un' epifania. Entrata come ogni giorno nella sala lettura della biblioteca, ho posato i libri, ho tolto di tasca il bloc notes, il calendario, il quaderno, dal cappotto tre matite, una penna il cui inchiostro è sparso su quasi tutti i miei vestiti, due post-it con la colla polverosa e alcuni flyer con degli appunti sul retro, e improvvisamente tutto ciò mi parso ingenuamente comico. Quando mi hanno chiesto, via sms, di controllare alcuni orari dei treni, mi sono ricordata di non avere con me il computer portatile (troppo peso con tutto il resto, e meno tentazioni) ma di avere il wireless dappertutto. Per la prima volta ho pensato che in qualche modo un palmare avrebbe potuto migliorarmi significativamente la vita e quell'ultimo esemplare di telefono senza macchina fotografica, che conservo gelosamente, ha d'un tratto perso fascino, facendomi considerare quantomeno il potenziale possesso di un piccolo device polivalente e realmente portatile.
Oltre alla irrazionale difesa della semplicità e lo sprezzo per la febbre dell'aggiornamento tecnologico, vi sono alcuni motivi più terreni che mi hanno sempre reso indesiderabile un cosiddetto smartphone (o i suoi predecessori) come l'osannata ultima macchinetta Apple.
La sola idea di possedere un piccolo computer che si presenta idealmente come un dispositivo tuttofare e adattabile al suo possessore (caratteristica che è resa esplicita quantomeno dal suo stesso nome), e che allo stesso tempo limiti significativamente il suo utilizzo rendendo inaccessibili i canali che permetterebbero di renderlo davvero adeguato ad ogni (o quasi) immaginabile utilizzo, è un pensiero che non trovo nè confortevole nè sintomatico di fiducia. Allo stesso tempo, il compromesso che ne comporterebbe l'acquisto, sarebbe ben lontano da giustificare il suo costo, visto che la sua rigidità non ne aumenterebbe di sicuro la speranza di vita nè la possibilità di soppiantare un certo numero di altri dispositivi che già utilizziamo.
Ma il ragionamento in questione non ha avuto il tempo necessario di raggiungere la questione, visto che quella seppur piccola quantità di lucidità di cui può vantarsi questo decennio si è ad un tratto materializzata in OpenMoko, il cellulare opensource.
Pur essendo a quasi totale digiuno di materia informatica, posso comunque constatare come questa nuova macchinetta sia ideata utilizzando una certa dose di saggezza che permette di considerare quantomeno la possibilità che sia realmente utile.
Utilizzando Linux, OpenMoko permette l'installazione di qualsiasi (o quasi) applicazione, che ovviamente i più secchioni possono anche costruirsi ad hoc. Rende inoltre possibile l'utilizzo di qualsiasi gestore GSM, con anche la possibilità di usare due schede SIM contemporaneamente; ha una memoria espandibile, una batteria sostituibile, e un costo giustificabile.

[foto di Ross Burton]


2 commenti:

Unknown ha detto...

That photo is CC-licensed and you need to include an attribution. Please either add an attribution, or remove the picture.

A.G. ha detto...

you're absolutely right. the photo was already linked to the flick page, and now i added a more explicit attribution.